martedì 13 maggio 2008

A proposito di Giamaica...

Qualcuno, data le mie ripetute assenze, mi ha chiesto se fossi espatriato in Giamaica. Allora mi è venuto in mente l'inizio di questo spassoso libro dal titolo "Come t'antitoli? ovvero si le cose nun le sai, salle!!".

Si j'ho risposto "Giamaicaaa!" come Paoletto (vedi note a piè di post).
Buona lettura!



Un grido roboante risuonò nella corsia e per le sale:
«Giamaicaaa!1».
Scossa e stupita, la caposala alzò gli occhi dai fogli sparsi sulla scrivania.
«Tàida!2 Mantanavai!?3».
Di nuovo sillabe sconnesse scagliate da un vocione seccato e infastidito. Lasciate carte e cartelle, la solerte infermiera si diresse a grandi passi verso la stanza in fondo, dove il verso misterioso era stato proferito.
Varcò decisa la soglia e osservò: stipato attorno a un letto vi era un gruppetto variopinto di una quindicina di ragazzi. E subito l'enigma divenne più fitto:
«Sei popo d'ebano!4 Te l'avevo detto de nun fa' 'o splendido!5» uscì dalla bocca di una ragazzetta in jeans e piumino. E dal letto:
«Oh, ariponite6, accanna i gheims!7».
La caposala dalla folta chioma scura era ancora più sorpresa: ma che diavolo si stavano dicendo? Italiani, erano italiani, certo: quello spilungone sembrava un compagno di classe del figlio maggiore, soprattutto a giudicare dalle scarpe fosforescenti. Ma come diavolo parlavano? D'accordo, anche lei aveva talvolta una cadenza sarda che la figlia, iscritta al classico, continuava a rimproverargli, ma questi qui in che razza di lingua si esprimevano? Decise di rimanere in ascolto.
«Senti, amo'8, er duro vallo a fa' ar cesso.9 Te nun ta regoli popo10 quanno fai 'e cose».
E il ragazzone sopra il letto:
«Nun di'11 così che me fai sbroccà12 e poi te sparecchio 'a faccia13».
Allora dal folto gruppetto un biondino ingelatinato, al secolo Er Pannocchia, stretto in un paio di pantaloni attillatissimi:
«A Paolé, daje, pompa su li freni14, mo15 stai a sgravà16! Nun se parla così a la tu' rigazza... E pure te, Cinzia, fatte rispettà, 'na vorta tanto».
Poi rivolto al suo vicino:
«Nun c'ho raggione, Topo?».
«Avoja!17 Paoletto, senti a me: fatte 'na canna de lattuga18».
«Te 'nvece, Topo, fatte 'na manica19, sinnò te pijo pe' le recchie20 e te scarto come 'na Golia, che dopo si sulle recchie tue, che già sembri Dumbo21, te ce fai li tatuaggi, da lontano te pijano pe' 'n farfallone, chiaro?».
«A Zorro, ariccojite 'a sciabbola22 che c'hai pure du' gambe 'ngessate!».


1 Forma abbreviata di "Già m'hai cacato er cazzo".
2 Forma abbreviata di "T'hai da levà dar cazzo".
3 Ma non te ne vai? Ma va via!
4 Sei "duro" come l'ebano, cioè non hai cervello.
5 Non fare lo splendido, l'esibizionista.
6 Riponiti, rientra nei ranghi.
7 "Accannare" i giochi, ovvero rinunciare al proposito.
8 Amo', apocope del sostantivo "amore".
9 Il "duro" vai a farlo al bagno.
10 Non ti regoli proprio, non sai limitarti.
11 Forma abbreviativa dell'infinito del verbo "dire".
12 "Sbroccare", uscire di brocca, perdere il senno.
13 Ti cambio i connotati.
14 Pigia il freno, poni un limite alla tua esuberanza.
15 Adesso.
16 "Sgravare", esagerare.
17 "Hai voglia", notazione affermativa volta a esprimere piena approvazione.
18 Calmati .
19 Forma abbreviata di "Fatte 'na manica de cazzi tua", occupati solo delle questioni che ti riguardano.
20 Se no ti prendo per le "recchie" (abbreviazione di orecchie).
21 Celebre elefantino di Walt Disney dalle orecchie enormi.
22 Zorro, raccogli la sciabola che ti è caduta, ovvero non sei in grado di fare lo spavaldo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma sei normale?

Frida