mercoledì 31 marzo 2010

Sei solo

Sei solo, perché manchi d’allegria,

perché te piace vive da eremita,

perché ‘n’ te se ricuce la ferita,

perché cjai quarche strana malattia.

Sei solo, chè nun cjai ‘na via d’uscita,

e li pensieri ‘n’ se ne vanno via,

perché la strada tua, nun è la mia,

perché t’ha preso a schiaffi, questa vita.

***

Sei solo, perché t’hanno ‘mbambolato,

t’hanno fatto fa’ er mimo, o ‘r manichino,

perché vivi da guru o da scienziato.

***

Io prego l’intervento der Divino,

che àrivi prima ch’esci arivòrtato,

come che s’ariggira ‘n pedalino.

***

Stefano Agostino

martedì 30 marzo 2010

tonight's soundtrack

negramaro - quel posto che non c'è


“Perchè mi dimetto da Papa”. Pedofilia, le parole che Ratzinger non ha detto

(da INFORMARE PER RESISTERE mercoledì 24 marzo 2010)


Se Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, si fosse chiamato papa Francesco I o Zeffirino I al popolo d’Irlanda avrebbe scritto la seguente lettera:

Signore e Signori, donne e uomini d’Irlanda,
non vi chiamo «Carissime e carissimi figlie e figli» come è usanza edulcorata nei documenti ecclesiastici anche perché non posso rivolgermi a voi con espressioni affettuose come se nulla fosse successo. Mi rivolgo a voi, non con distacco, ma con timore e tremore, con rispetto, stando a debita distanza, in punta di piedi e consapevole che nessuna parola può lenire la vostra rabbia, il vostro dolore e il marchio che in modo indelebile è stato impresso sulla vostra carne viva. Io non sono degno di rivolgermi a voi con parole di affetto.
Vi scrivo per dirvi che presto verrò a trovarvi, verrò solo, senza seguito e senza fanfare: a piedi nudi e a capo scoperto, umile e penitente, sì, come si addice al «servo dei servi di Dio». Verrò per inginocchiarmi davanti a voi e chiedervi perdono dal profondo del cuore perché su una cosa non possiamo, voi ed io, avere dubbi: la responsabilità di tutto ciò che ha coinvolto i vostri figlie e figlie, virgulti innocenti, rovinati per sempre, è mia, solo mia, esplosivamente mia. Mi assumo totalmente la responsabilità della colpa di pedofilia di cui si sono macchiati molti preti e religiosi in istituti e collegi sotto la giurisdizione della Chiesa cattolica.
In quanto vescovo della Chiesa universale non ho parole e sentimenti per alleviare il tragico giogo che è stato posto sulle vostre spalle. Sono stato per oltre un quarto di secolo a capo della congregazione della dottrina della fede e non ho saputo valutare la gravità di ciò che avveniva in tutto il mondo: negli Stati Uniti, in Irlanda, in Germania e ora anche in Italia e, ne sono certo, anche in tutti gli altri paesi del mondo. La piaga è enorme, estesa e dilagante e io non sono stato capace di leggerne la gravità, la pericolosità e l’ignominia.
Ho preferito salvare la faccia dell’Istituzione e a questo scopo nel 2001 ho emanato un decreto con cui avocavo a me i casi di pedofilia e imponevo il «silenzio papale»: ciò significa che chiunque avesse parlato era scomunicato «ipso facto», cioè immediatamente. Se vi è stata omertà, se vi è stata complicità dei preti, religiosi, vescovi e laici, la colpa è mia e solo mia. Per salvare la faccia, ho finito di dannare uomini e donne, bambini e bambine che sono stati macellati nell’ignominia dell’abuso sessuale che è grave quando accade tra adulti, ma è terribile, orribile, blasfemo e delinquenziale quando avviene su minori.
Non si tratta di poche persone che hanno sbagliato. Mi ero illuso che fosse così, invece ora prendo atto amaramente che la responsabilità sta principalmente in quella struttura che si chiama «seminario» i cui criteri di formazione, io e gli altri responsabili della Chiesa abbiamo varato, mantenuto e preteso che fossero attuati. Con i nostri metodi educativi poco umani e disincarnati, abbiamo creato preti e religiosi devoti, ma avulsi dalla vita e dalla problematicità di essa, uomini e donne inconsistenti, pronti ad ubbidire perché senza spina dorsale e senza personalità. In una parola abbiamo creato mostri sacri che si sono avventati sulle vittime innocenti, appena si sono scontrati con la realtà che non hanno saputo reggere e con cui non hanno potuto confrontarsi. Personalità infantili che hanno abusato di bambini senza nemmeno averne coscienza.
Oggi ritengo che una grande responsabilità sia da mettere in conto al celibato obbligatorio per preti e religiosi, un sistema che oggi non regge, come non ha mai retto nella storia della Chiesa: dietro la facciata formale, ben pochi hanno osservato questo stato che in se stesso è un valore, ma solo se voluto per scelta di vita, libera e consapevole. Su questo punto, prendo l’impegno di mettere all’ordine del giorno il senso del celibato perché si arrivi ad un clero coniugato, ma anche celibe per scelta e solo per scelta.
Vengo a voi, spoglio di ogni autorevolezza perché l’ho perduta e con le mani vuote per chiedervi perdono e subito dopo nella curia romana e nelle chiese locali licenzierò tutti coloro che in qualsiasi modo sono stati implicati in questa dramma. Infine, mentre la giustizia umana farà il suo corso, affiderò il personale responsabile di queste ignominie per curarlo perché si tratta di menti e cuore malati.
Infine, rassegnerò le dimissioni da papa e lo farò dalla terra d’Irlanda, il paese, forse più colpito. Mi ritirerò in un monastero a fare penitenza per i giorni che mi restano perché ho fallito come prete e come papa. Non vi chiedo di dimenticare, vi supplico di guardare avanti, sapendo che il Signore che è Padre amorevole, di cui siamo stati indegni rappresentanti, non abbandona alcuno e non permette che l’angoscia e la sofferenza abbiano il sopravvento. Che Dio mi perdoni, e con lui, se potete, fatelo anche voi. Con stima e trepidazione.

Roma, 19 marzo 2010, memoria di S. Giuseppe, padre adottivo di Gesù.

Francesco I, papa (ancora per poco) della Chiesa cattolica

domenica 28 marzo 2010

Il LUPO ha dato la caccia, ha scovato ed ha SBRANATO...


Grazie Dio che m'hai fatto GialloRosso...perchè essere Romanisti significa avere tutto e tutti contro, perchè ciò non ti affligge ma ti esalta, perchè questa scelta implica il coraggio...
AS ROMA 1927... TI AMO!!!


Un ringraziamento particolare a:
- Danielino "Capitan Futuro" DE ROSSI
- Luca "Gulliver" TONI

to be continued...

sabato 27 marzo 2010

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

A TUTTI GLI INTERISTI: non vorrei che vi sfiorasse il pensiero che io stasera sia magnanimo con voi e quindi non commenti la partita per commiserazione nei vostri confronti. Sto solo festeggiando la MIA vittoria. Più tardi mi occuperò anche di voi. Quando avrò tempo.

GENS ROMANA IMPERAT.

giovedì 25 marzo 2010

...questo è er gioco e ROMA ve lo 'nsegna...


Lo senti il fiato caldo sul collo?
...il LUPO sta arrivando...TREMA!

mercoledì 24 marzo 2010

Li sette colli

Er primo, er più antico, è l’Aventino,

se passa poi via via ar Viminale,

cui normarmente segue er Quirinale,

prima de chiama’ in causa l’Esquilino.

C’è er Celio, quindi, ‘ndo sta l’ospedale,

der marinaio come dell’arpino,

vicino ar Colosseo c’è er Palatino,

a chiude er Campidojo, er più centrale.

E’ su sti colli che s’adaggia Roma,

a cui ho ‘mpacchettato sti sonetti,

pe’ falli intènne mejo, ner suo idioma.

Ma co’ ste strofe qui e sti versetti,

ho solo messo in rima quest’assioma:

che Roma s’ama co’ preggi e difetti.

(Stefano Agostino)

lunedì 22 marzo 2010

CATONE IL CENSORE

"I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori."

Hai Scelto Me - Zucchero




Hai scelto me
Oh no
Quando capita.
Ho scelto te
non lo so
quando capita

so che mi sento diverso
quasi disperso
hai scelto me
e adesso che... e ...

ho scelto te
amore mio
se ti capita fa
che sia tutto diverso...

Fa che sia tutto diverso
c'è un uomo perso
sul treno che
precipita...
che un cielo terso
accendi il blu
se tu...

Hai scelto me
passa di qui
se ti capita...

domenica 21 marzo 2010

ROMA - Udinese


Quanno che 'ncomincia la partita
ogni tifosetta se fà ardita,
strilla Forza Roma a tutto spiano
co' la bandieretta 'n mano,
perchè c'ha er CORE ROMANO.

venerdì 19 marzo 2010

Papà, cos'è la Roma? (auguri Papà...)

...La Roma,fijo mio, è 'na fede
nun vojo toje gnente ar Signore
ner quale, unico Dio, continuo a crede,
ma questa è n'altra storia, è n'artro amore

La Roma è quarche cosa che c'hai dentro
ce nasci e mori co' quella passione,
è 'na freccia che ha corpito er centro
der bersajo der còre e daa raggione

La Roma è sorella, amante e madre,
è amica ch'ogni tanto te consola,
si nella vita zozza e ladre,
t'affosseno er morale e la parola

La Roma è stà città che scenne n'campo
è er Colosseo ch'abbraccia er Cuppolone
come pè dije ar monno
"nun c'è scampo,
sèmo Caput Mundi d'ogni nazzione!"


La Roma è spirito d'appartenenza,
a 'na bandiera a bande a du' colori,
è quarche cosa che 'n pòi fanne senza,
è tutt'un misto de ggioie e dolori

La Roma è amore, è pura fratellanza,
è 'n coro de 'n mijone de persone
che c'hanno tutte la bòna creanza,
d'avecce in fonno all'occhi st'emozzione

La Roma è quella maja colorata,
cò li colori der foro romano,
tinta cor sangue e d'oro bordata,
d'un giallo-ocra e 'n rosso-pompeiano

La Roma è Roma e resta tale e quale,
si vince, perde, patta o se riposa,
er tifo è uno solo, è solo, è viscerale
a prescinne da chi, da come e cosa

La Roma è fija amata e prediletta
de' 'na città d'origgine imperiale,
e se distingue da l'altra cadetta
che serve solo a fà tifà er lazziale

La Roma è voja e sete de giustizzia
de 'n monno zozzo, marcio e marchettaro,
dov'esse onesti 'n'è cosa propizzia,
va avanti solo chi è ladro e baro

La Roma è er sole, è er sale, è er condimento
che rènne più gustose le pietanze
è rabbia, è forza e onore, è fomento,
è er filo che ce accorcia le distanze

La Roma è vanto, è orgojio, è aspettativa,
che fa speranza de 'na vita intera,
la quintessenza pura e recidiva
de vive 'n sogno fino a che 'n's 'avvera

La Roma è tutto questo e tanto ancora,
che nun posso spiega' co' du' quartine,
te aguro, fijo mio, già sin da ora,
de cresce co' st'amor senza confine !!!

AVVISO AI NAVIGANTI

La misura è davvero colma.
Ho fatto il pieno. Potrei esplodere.

giovedì 18 marzo 2010

martedì 16 marzo 2010

La mia stella (ROMA)

Però, pe’ quanti sforzi che facessi,

scrutanno sopra sotto e in ogni verso,

nun la ‘ncontravo mai,

seppur vedessi.

E sta ricerca vana m’ha disperso,

finchè er tuo nome scritto in cielo lessi

e vidi te, trovanno l’universo…

(La mia stella - Roma in rima)

lunedì 15 marzo 2010

Le Idi di Marzo

Onore a Nonno Giulio...

domenica 14 marzo 2010

un altro pareggio inutile, e perciò irritante!

E non posso neanche prendermela con LUCARELLI!!
(che, detto tra noi, mi sta sulle palle terribilmente, CRISTIANO...ovviamente...)

buonanotte...

...vita di merda...

sono qui...

Sono qui per trovare un riflesso Che ti assomigli un po' perché mi sento solo... Mi vedi qui che cerco pace nel cuore Ma so soltanto come evitare l'amore...

sabato 13 marzo 2010

In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte (Friedrich Nietzsche)

Nel caso specifico del discorso esistenziale, Nietzsche fa notare che (essendo le "cose del mondo" di numero finito, e il tempo infinito) anche nella vita umana questo concetto è applicabile: ogni evento che possiamo vivere, l'abbiamo già vissuto infinite volte nel passato, e lo vivremo infinite volte nel futuro. La nostra stessa vita è già accaduta, e in questo modo perde di senso ogni visione escatologica della vita. In Così parlò Zarathustra, Nietzsche mostra come il comprendere questo punto sia fondamentale nel processo di crescita spirituale che porta all'Oltreuomo. La caratteristica fondamentale dell'Oltreuomo sta proprio nella sua capacità di non pensare più in termini di passato e futuro, di principii da rispettare e scopi da raggiungere, ma vivere "qui e ora" nell'attimo presente.

Secondo una chiave di lettura vicina alla psicologia (che può portare a comprendere le note attenzioni di Freud verso Nietzsche) e al concetto di "tempo" come tempo dell'anima o "durata" bergsoniana, l' "eterno ritorno" dell'uguale è visto come una trappola statica alla quale è sottoposto il destino umano, che nel suo movimento apparente tra passato, presente e futuro, è necessariamente immobilizzato dalle "scorie indigeste" della propria storia personale, dal proprio substrato psichico, che rallenta e alla fine impedisce ogni progresso o cambiamento.

È proprio questo passato che, rielaborato prima dalla mente del singolo, poi dalle masse tramite processi storici e culturali, si traduce in "ragione apollinea" (il Super Io freudiano), andando ad inibire progressivamente e a rimuovere l' "istinto dionisiaco" proprio dell'era presocratica, preplatonica e precristiana.

Al contrario, tagliare col passato, per sempre e continuativamente, vuol dire rompere il circolo perpetuo che vizia il destino dell'uomo; rompere il cerchio dell'"eterno ritorno" significa aprirsi la via ad un nuovo tempo rettilineo, proiettato verso l'infinito e infinitamente diverso da sé, in costante cambiamento. Eliminare il macigno che l'uomo si trascina appresso dai tempi di Socrate Oltreuomo, e che vede nelle nuove generazioni, svincolate dalla tradizione e dal passato, la possibilità di salvezza per il genere umano. quindi equivale ad una redenzione esistenziale che sfocia nell'nell'Oltreuomo, e che vede nelle nuove generazioni, svincolate dalla tradizione e dal passato, la possibilità di salvezza per il genere umano.

(da wikipedia)

giovedì 11 marzo 2010

come il sole a mezzanotte...

Scrivo una canzone solo per me
Che dia voce ai momenti in cui non riesco a gridare
Che rivesta gli spigoli di un’anima che è
Lacerante troppo mobile per me..

Voglio una canzone ancora per me
Che mi possa mentire quando il letto è troppo grande
Che mi faccia pensare di essere speciale si, respiro, sono speciale
Come il sole a mezzanotte!

ZERO

Perchè ogni giorno devi lottare?
Io capisco lottare contro qualcuno o per qualcosa. Ma non lottare contro se stessi non avendo punti di riferimento.
Navigare nel mare della vita a vista, a braccio.
Pensi di avere qualcosa, ma questo qualcosa non è tuo e forse non lo sarà mai. Ti illudi che un gesto, un cenno sia la luce in fondo al tunnel, ma improvvisamente, con la stessa velocità con cui si era accesa, nel momento in cui meno te lo aspettavi, si spegne. E cadi di nuovo nel buio più profondo. Senti mani che ti sfiorano, voci intorno a te, ma non le ascolti...aspetti che la luce si riaccenda.

E mentre aspetti invecchi...

Uno dei primi post di questo blog, ormai tre anni fa, era una frase di Bennato: "un giorno credi di esser giusto e di essere un grande uomo, in un altro ti svegli e devi cominciare da ZERO."
Troppe volte cominci da zero le tue giornate. Troppi zeri. Gli zeri hanno valore solo con una cifra davanti. E quella cifra va e viene con la stessa velocità della luce in fondo al tunnel.

Una curiosa attinenza. ZERO era il nome dei caccia guidati dai kamikaze giapponesi nel secondo conflitto mondiale. Si lanciavano sulle navi americane immolando la loro vita per una giusta causa. Finirai anche tu per indossare la fascia col SOL LEVANTE?
BANZAI!!

lunedì 8 marzo 2010

ho deciso...

Ho deciso
di perdermi nel mondo
anche se sprofondo
lascio che le cose
mi portino altrove
non importa dove
non importa dove

Io, un tempo era semplice
ma ho sprecato tutta l'energia
per il ritorno

Lascio le parole non dette
e prendo tutta la cosmogonia
e la butto via
e mi ci butto anch'io

Sotto le coperte
che ci sono le bombe
è come un brutto sogno
che diventa realtà

Ho deciso
di perdermi nel mondo
anche se sprofondo

Applico alla vita
i puntini di sospensione
Che nell'incosciente
non c'è negazione...

non guardare...

qui...non c'è nulla di nuovo...non ancora...

giovedì 4 marzo 2010

Io Non Piango - Franco Califano



Io nun piango pe' quarcuno che more,
non l'ho fatto manco pe 'n genitore
che morenno m'ha 'nsegnato a pensare,
non lo faccio per un altro che more.
Io nun piango quanno scoppia 'na guera,
er coraggio de’ l'eroi stesi in tera,
io lo premio co' du' fiori de serra,
ma nun piango quanno scoppia 'na guera.
lo piango, quanno casco nello sguardo
de' 'n cane vagabondo perché,
ce somijamo in modo assurdo,
semo due soli al monno.
Me perdo, in quell'occhi senza nome
che cercano padrone,
in quella faccia de malinconia,
che chiede compagnia.
Io nun piango quanno 'n omo s'ammazza,
il suo sangue nun me fa tenerezza,
manco se allagasse tutta 'na piazza,
io non piango quanno 'n omo s'ammazza.
Ma piango, io piango sulle nostre vite,
due vite violentate.
A noi, risposte mai ne abbiamo date,
ecco perché la sete...
lo piango, su tutto er tempo che ce resta
e me ce sento male.
Domani, se non sbajo è la tua festa;
la prima senza viole... la prima senza viole... la prima senza viole...

chiusura

mi sono chiuso in me stesso...ed ho perso le chiavi...

è inutile...

...parlare.
Tanto il tuo interlocutore è troppo impegnato ad ascoltare la sua voce per ascoltare te e, soprattutto, le tue ragioni. Ammesso che tu ne abbia.
Ma è meglio se parti dal presupposto di aver torto.
Così facendo non avrai alcuna delusione. Un bel vantaggio...

mercoledì 3 marzo 2010

La Fame Di Camilla - Buio e Luce



Sono qui in cerca di un'anima
Con cui dividere tutto quello che ho
Sono qui per trovare un riflesso
Che ti assomiglia un po' perché mi sento solo
Mi vedi qui che cerco pace nel cuore
Ma so soltanto come evitare l'amore

Sognerò cieli sereni
Mentre il vento soffia su di me
Fingerò di non pensarti
Mentre fingi di non voler più me

Guardaci siamo come due satelliti
Abbiam bisogno di gravitare vicini
Guardami perché siamo uguali
Lo sai che Buio e Luce sono figli del sole

Sognerò cieli sereni
Mentre il vento soffia su di me
Fingerò di non pensarti
Mentre fingi di non voler più me

Distrattamente sento la tua voce dire il mio nome
Siamo due strade che s'intrecciano tu non puoi credere
Che la ragione debba dire questo cuore come guarire

Distrattamente sento la tua voce dire il mio nome
Siamo due strade che s'intrecciano tu non puoi credere
Che la ragione debba dire questo cuore come fare
Per non soffrire deve solo sognare sognare

Sognerò cieli sereni
Mentre il vento soffia su di me
Fingerò di non pensarti
Mentre fingi di non voler più me

lunedì 1 marzo 2010

poesia p'er poro laziale


Dopo che pe' tanto tempo hai rosicato
Nun tè parso vero d'ave' ripreso fiato
Ma nun te sembra d'essete allargato?!?
Che è tutta sta boria?
Macché te sei scordato de la storia?
È ROMA la "città eterna"
È ROMA "caput mundi"
Fin dai tempi dell'impero
Er nome tuo era 'n mistero
E pe' fatte riconosce in Bulgaria
C'hanno scritto ROMA sulla didascalia
È inutile che sbraiti con le mani e t'avveleni
Cor fele in core e 'r veleno in bocca
Perché la tua è 'na pretesa sciocca
Nun te l'ha detto pure er presidente
Che come tifoso vali poco o niente?!?
Quinni nun è er caso che te la piji
Nun s'improvvisa un popolo d'eroi
Dov'hanno predicato li coniji!
Perciò io mo' te dico:
risparmiate sto strazio
nun c'ho corpa io si tu sei della LAZIO!