lunedì 27 ottobre 2008

Albertone




Sarebbe impossibile descrivere cosa ha rappresentato Alberto Sordi per il mondo, e per me. Tutti i ricordi di una vita legati agli amici, alla mia famiglia, a mio padre.
Amava Roma in maniera spropositata e ci ha regalato degli scorci
impagabili della sua varia umanità. Questo un suo pensiero su Roma e i romani.

Bella Albè! Se vedemio "a quer paese"
, come dicevi te...


ROMA NON E' IL POSTO DELLE NOCCIOLINE
dall'archivio di Alberto Sordi

Roma non è il posto delle noccioline, rispetto alle città del nord e spero che nessuno mi accuserà di presunzione se dico che Roma, a pensarci bene ed a viverci senza pretese, non è una città come le altre, anzi, anzi non è neppure una città.
Sarebbe meglio definirla un'atmosfera, uno stato d'animo, una condizione sentimentale.
Ecco perchè riesce un pò difficile capirla se ci vieni per lavorare o per divertirti.

No, per intendere Roma, non bisogna darle importanza, lasciar cadere risentimenti, soggezioni, e ammirazione, bisogna respirarla: e aspettare, allora vedrai che, piano piano i vitelloni, i bulli, i ragazzini e i vecchietti, gli ubriaconi, i preti, i burocrati, le soubrettine e i politicanti, le maestrine e gli artisti, i bancarellari, i nobili, persino i nemici cominciano a somigliarsi tutti e non perchè siano uguali, ma perchè le loro voci, le figure, gli atteggiamenti sono come filtrati attraverso quel misterioso stato d'animo che è Roma.
In che cosa consista questo stato d'animo non si sa (ed è meglio così) ma c'entra nuovamente un infinito disincantamento che riduce a "poveruomo" anche il più potente ed il più crudele.
E badate, non è indifferenza, insensibilità, è, invece, la più autentica umanità.
Questa umanità, figura per figura, io la vado raccontando sforzandomi di restare sempre fedele senza depressioni od esaltazioni, senza messaggi, senza lirismi fasulli; la porto a spasso per il mondo a osservare, a cercare cose e figure nuove.

Poi, quando torno a casa, mi riposo e riordino le idee, la sento sussurrarmi, senza offese, né presunzioni: caro mio, l'umanità sta tutta qui, ma dove vai a cercarla?

ALBERTO SORDI

Un solo paradiso?

Un vero sant'uomo muore e giunge in Paradiso, dove viene ammesso senza esitazioni.

Tuttavia il sant'uomo, che è un po' curioso e un po' diffidente, chiede, prima di accettare, di poter visitare il luogo dove dovrà trascorrere l'eternità. Viene accontentato e un Angelo l'accompagna in questa visita. Ecco che, dietro una collina, si vedono migliaia e migliaia di esseri felici.

Vedi, caro amico - dice l'Angelo - questi sono i Musulmani giusti, che si sono comportati bene sulla Terra e ora si godono il Paradiso. Ancora qualche centinaio di metri ed ecco un altro gruppo di esseri.
"Questi - spiega l'Angelo - sono gli Induisti giusti, che si sono comportati bene sulla Terra e ora si godono il Paradiso".
Un po' più giù, stessa storia, ecco gli Ebrei giusti, ecco gli Atei giusti, ecco i Buddisti giusti e via di questo passo.

Poi, all'improvviso un muro altissimo. Due scale a pioli sono appoggiate al muro e l'Angelo comincia a salire, mentre il sant'uomo fa altrettanto con l'altra scala. "Che succede qui" - chiede il sant'uomo - e viene immediatamente zittito dall'Angelo che lo invita al silenzio più totale. Giunti in cima, possono vedere, all'interno del recinto, un altro gruppo di migliaia di esseri. "Chi sono ?" chiede l'uomo giusto e si fa zittire un'altra volta dall'Angelo che gli sussurra : "Te lo spieghero' quando saremo giù".

Ridiscesi, l'uomo giusto chiede all'Angelo: ma chi sono quelli, e perché non potevo parlare ? "Vedi figliolo" - risponde l'Angelo - "quelli sono i Cristiani giusti e non si puo' parlare vicino a loro perché li lasciamo nel loro convincimento di esseri proprio soli qui...".

martedì 14 ottobre 2008

domenica 5 ottobre 2008