sabato 13 marzo 2010

In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte (Friedrich Nietzsche)

Nel caso specifico del discorso esistenziale, Nietzsche fa notare che (essendo le "cose del mondo" di numero finito, e il tempo infinito) anche nella vita umana questo concetto è applicabile: ogni evento che possiamo vivere, l'abbiamo già vissuto infinite volte nel passato, e lo vivremo infinite volte nel futuro. La nostra stessa vita è già accaduta, e in questo modo perde di senso ogni visione escatologica della vita. In Così parlò Zarathustra, Nietzsche mostra come il comprendere questo punto sia fondamentale nel processo di crescita spirituale che porta all'Oltreuomo. La caratteristica fondamentale dell'Oltreuomo sta proprio nella sua capacità di non pensare più in termini di passato e futuro, di principii da rispettare e scopi da raggiungere, ma vivere "qui e ora" nell'attimo presente.

Secondo una chiave di lettura vicina alla psicologia (che può portare a comprendere le note attenzioni di Freud verso Nietzsche) e al concetto di "tempo" come tempo dell'anima o "durata" bergsoniana, l' "eterno ritorno" dell'uguale è visto come una trappola statica alla quale è sottoposto il destino umano, che nel suo movimento apparente tra passato, presente e futuro, è necessariamente immobilizzato dalle "scorie indigeste" della propria storia personale, dal proprio substrato psichico, che rallenta e alla fine impedisce ogni progresso o cambiamento.

È proprio questo passato che, rielaborato prima dalla mente del singolo, poi dalle masse tramite processi storici e culturali, si traduce in "ragione apollinea" (il Super Io freudiano), andando ad inibire progressivamente e a rimuovere l' "istinto dionisiaco" proprio dell'era presocratica, preplatonica e precristiana.

Al contrario, tagliare col passato, per sempre e continuativamente, vuol dire rompere il circolo perpetuo che vizia il destino dell'uomo; rompere il cerchio dell'"eterno ritorno" significa aprirsi la via ad un nuovo tempo rettilineo, proiettato verso l'infinito e infinitamente diverso da sé, in costante cambiamento. Eliminare il macigno che l'uomo si trascina appresso dai tempi di Socrate Oltreuomo, e che vede nelle nuove generazioni, svincolate dalla tradizione e dal passato, la possibilità di salvezza per il genere umano. quindi equivale ad una redenzione esistenziale che sfocia nell'nell'Oltreuomo, e che vede nelle nuove generazioni, svincolate dalla tradizione e dal passato, la possibilità di salvezza per il genere umano.

(da wikipedia)

1 commento:

Anonimo ha detto...

....ne potremmo parlare per ore ed ore. Bel post!

T Slim.