lunedì 22 settembre 2014

Riccardo, mio orgoglio e vanto.

Era il 16 settembre 2008 la prima volta che lo portai con me. Stadio Olimpico, Curva Sud.
Se si risale alla data, sul blog v'è traccia di questo mio indelebile ricordo. 
Mi vide in lacrime già all'inno e da quel giorno qualcosa successe nel suo ancor piccolo cuore. Aveva nove anni, l'età in cui decidi la tua squadra.
E quella sera, su viale dei Gladiatori, mi disse: "Papà...ho deciso. SONO DELLA ROMA!"
Il mio di cuore per un attimo vacillò, ma non lo diedi a vedere. Lui continuò a guardarmi per cercare di notare in me una reazione. Ma mentre palesavo indifferenza, un'altra lacrima solcò la mia guancia.
Mi accarezzò ed asciugò quella goccia di pianto, senza dire nulla. Sorrise soltanto...

L'altro giorno gli ho chiesto se avesse da fare domenica o se volesse andare allo stadio. La risposta è stata: "Nessuna cosa è più importante della Roma, papà. Qualsiasi altro impegno si annulla da solo. Si va allo stadio." Oggi eravamo di nuovo lì, per l'ennesima volta dopo quel mercoledì di settembre del 2008. 
A piangere, abbracciati, insieme. 
DAJE!

"E se un giorno er Signore me vorà
vojo mi fijo accanto e pure in coma
je vojo senti' di' du' cose sole:
papà te vojo bene e Forza Roma!!!"



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