Secondo una chiave di lettura vicina alla psicologia (che può portare a comprendere le note attenzioni di Freud verso Nietzsche) e al concetto di "tempo" come tempo dell'anima o "durata" bergsoniana, l' "eterno ritorno" dell'uguale è visto come una trappola statica alla quale è sottoposto il destino umano, che nel suo movimento apparente tra passato, presente e futuro, è necessariamente immobilizzato dalle "scorie indigeste" della propria storia personale, dal proprio substrato psichico, che rallenta e alla fine impedisce ogni progresso o cambiamento.
È proprio questo passato che, rielaborato prima dalla mente del singolo, poi dalle masse tramite processi storici e culturali, si traduce in "ragione apollinea" (il Super Io freudiano), andando ad inibire progressivamente e a rimuovere l' "istinto dionisiaco" proprio dell'era presocratica, preplatonica e precristiana.
Al contrario, tagliare col passato, per sempre e continuativamente, vuol dire rompere il circolo perpetuo che vizia il destino dell'uomo; rompere il cerchio dell'"eterno ritorno" significa aprirsi la via ad un nuovo tempo rettilineo, proiettato verso l'infinito e infinitamente diverso da sé, in costante cambiamento. Eliminare il macigno che l'uomo si trascina appresso dai tempi di Socrate Oltreuomo, e che vede nelle nuove generazioni, svincolate dalla tradizione e dal passato, la possibilità di salvezza per il genere umano. quindi equivale ad una redenzione esistenziale che sfocia nell'nell'Oltreuomo, e che vede nelle nuove generazioni, svincolate dalla tradizione e dal passato, la possibilità di salvezza per il genere umano.
(da wikipedia)
1 commento:
....ne potremmo parlare per ore ed ore. Bel post!
T Slim.
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