L’ira può nascere da tante cose. Da sentimenti d’impotenza e di frustrazione, dalla dignità umiliata, dall’orgoglio ferito, da ingiustizia subita, da accumulo di dispiaceri, dall’angoscia di essere trascurati nella considerazione…
E spesso dal sospetto. Alimentato dalla gelosia, sostenuto da una visione deformante ed ansiosa. La collera ha sempre una causa, afferma Franklin, ma quasi mai è giusta.
L’ira ci acceca. Interrompe i collegamenti con gli altri e con noi stessi. Nel momento della tempesta emotiva, non ci rendiamo più conto di ciò che diciamo e facciamo. “La maggior parte delle volte non è la situazione a lasciarci in stato di prostazione ma la collera stessa” (Borrel).
L’attenzione si sposta così dal problema che ha causato l’indignazione al rincrescimento per la stessa.
S’innesca una tipica spirale negativa. Anziché persuadere l’aggressore, noi lo invogliamo all’ostinazione, fornendogli un pretesto.L’altro non ascolta quello che diciamo ma percepisce solo l’aumento del tono di voce e la violenza delle parole.Spesso si trasforma in vittima, utilizzando tale atteggiamento come scusa per non dare ascolto alle verità che lo disturbano.